

Il libro racconta come fosse un romanzo la storia privata e pubblica di Carlo Pitti, il Magistrato cui fu affidato il compito di istituire il ghetto ebraico a Firenze. Grazie al ritrovamento del suo Archivio privato, Ippolita Morgese ha infatti ricostruito il milieu dell’epoca, le abitudini, le tradizioni familiari e le usanze di vita nel secondo Cinquecento. Incredibilmente non esiste alcuna pubblicazione in merito, gli storici sembrano essersi fermati all’epoca di Machiavelli, alcuni decenni prima quindi delle vicissitudini del personaggio principe del libro, i cui regesti svelano i mille volti di un’epoca che ha segnato la fine del lungo Rinascimento fiorentino.
Un docufiction, davvero ricchissimo di dati inediti, intrighi, ambientazioni e aneddoti autentici, su un personaggio chiave nel sistema di potere della Firenze al tempo dei Medici, artefice principale dell’istituzione del Ghetto di Firenze (1571).
Ippolita Morgese vive e lavora a Firenze. Storica della musica, si è laureata in Lettere all'Università di Firenze. Archivista e paleografa, ha studiato paleografia musicale presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra e si è diplomata in archivistica, paleografia e diplomatica presso l'Archivio di Stato di Firenze, e musicista, ha studiato pianoforte al conservatorio. Nel 1993 ha partecipato alla ideazione e sviluppo della Fondazione culturale internazionale The Medici Archive Project, il cui scopo è il recupero delle fonti. Da tempo opera nel campo della valorizzazione dei beni culturali e fino ad aprile 2017 è stata Capo Delegazione FAI di Firenze. Al momento si dedica interamente alla scrittura.

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