

Firenze sembra immutabile, con la Cupola, l’Arno, il Ponte Vecchio. Ma così non è. Oltre alla città che oggi è ancora quasi uguale a ieri, c’è anche una Firenze scomparsa e una cambiata. Un caleidoscopio affascinante, che Bonciani racconta mettendo a confronto i dipinti di Fabio Borbottoni questo misconosciuto artista gentiluomo, della fine dell’Ottocento, con le foto di oggi.
Borbottoni ci restituisce Firenze nella sua secolare bellezza, una città che ancora a metà Ottocento sorge in mezzo alla campagna. Ritrovare oggi il percorso di quelle mura ormai scomparse, e osservare le porte imponenti isolate in mezzo al traffico urbano, ci restituisce l’atmosfera di un’epoca; i loggiati dove avvenivano le esecuzioni capitali ai lati di Porta alla Croce, gli oratori e i tabernacoli lungo i viottoli di campagna, gli antichi opifici sull’Arno: tutto è scomparso quando Poggi ricevé l’incarico di modernizzare Firenze.Borbottoni ci restituisce quegli scorci con i loro silenzi d’altri tempi.
Mauro Bonciani, nato a Firenze nel 1961, figlio di operai e contadini, biologo, appassionato di storia della sua città e di bicicletta, è giornalista professionista. Scrive sul «Corriere Fiorentino» e questo è il suo quinto libro. Per Le Lettere ha pubblicato Le grandi battaglie toscane sulle battaglie che hanno fatto la storia, il costume e il campanilismo del capoluogo e delle altre città, Fratelli di Toscana sul ruolo della regione nell'Unità d'Italia, Amerigo Vespucci. Il fiorentino che inventò l'America e Firenze com'era e com'è. Per Romano il libro autobiografico Il fioraio suona sempre due volte.