Sinossi

Il libro raccoglie, tradotti in italiano spesso per la prima volta, i numerosi scritti in cui Simone Weil tratta delle letterature sacre dell’India. Negli ultimi anni della sua breve vita (1909-1943) ella si dedicò infatti con grande impegno allo studio del sanscrito e dei capolavori della spiritualità indiana: le Upanishad, la Bhagavad Gita, i testi buddhisti.

In anticipo di mezzo secolo rispetto ai nostri tempi, Simone vide nelle tradizioni reli­giose di tutti i popoli la presenza di una rivelazione universale, sostanzialmente con­corde con quella cristiana, e indicò il contributo che le religioni dell’India potevano dare per una considerazione di Dio, dell’uomo e del suo agire, più profonda di quella biblica predominante in Occidente.

Nonostante il carattere frammentario di questi scritti, essi rappresentano perciò un materiale importantissimo non solo per la conoscenza della personalità religiosa più significativa del ventesimo secolo, ma anche – e soprattutto – per la riflessione filosofico-teologica del nostro tempo.

 

Autore

Simone Adolphine Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) è stata una filosofa, mistica e scrittrice francese, la cui fama è legata, oltre che alla vasta produzione saggistico-letteraria, alle drammatiche vicende esistenziali che ella attraversò, dalla scelta di lasciare l'insegnamento per sperimentare la condizione operaia, fino all'impegno come attivista partigiana, nonostante i persistenti problemi di salute.

Sorella del matematico André Weil, fu vicina al pensiero anarchico e all'eterodossia marxista. Ebbe un contatto diretto, sebbene conflittuale, con Lev Trockij, e fu in rapporto con varie figure di rilievo della cultura francese dell'epoca. Nel corso del tempo, legò sé stessa all'esperienza della sequela cristiana, pur nel volontario distacco dalle forme istituzionali della religione, per fedeltà alla propria vocazione morale di presenziare fra gli esclusi. La strenua accettazione della sventura, tema centrale della sua riflessione matura, ebbe a essere, di pari passo con l'attivismo politico e sociale, una costante delle sue scelte di vita, mosse da una vivace dedizione solidaristica, spinta fino al sacrificio di sé.

La sua complessa figura, accostata in seguito a quelle dei santi, è divenuta celebre anche grazie allo zelo editoriale di Albert Camus, che dopo la morte di lei a soli 34 anni, ne ha divulgato e promosso le opere, i cui argomenti spaziano dall'etica alla filosofia politica, dalla metafisica all'estetica, comprendendo alcuni testi poetici.