Bartolo Anglani

L’altro Rousseau

La memoria, l’impostura, l’oblio

Collana: Biblioteca La Fenice, 1
2023, 624 pp.
Temi: Filosofia
ISBN: 9788893663519

Edizione cartacea

  • € 35,00  € 33,25

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Sinossi

Chi è l’“altro Jean-Jacques”? È l’identità «delirante» alla quale Rousseau ricorre quando commette azioni strampalate incompatibili con la sua teoria dell’uomo nato buono e divenuto cattivo per colpa della società. È colui che senza alcun motivo accusa Marion di aver rubato un nastro, che cerca di diventare un vero ciarlatano impostore senza mai riuscirci, che non ammette di aver rotto il pettine di Mademoiselle Lambercier, che confessa di essere stato in tante occasioni estraneo a sé stesso. Ma chi è allora il «vero» Jean-Jacques? Rousseau tenta, nei suoi scritti autobiografici, di “dimenticare” il proprio “io” cattivo, fingendo di non sapere che quell’io è legato organicamente al suo essere. Il paradosso è che quanto più egli cerca di relegare la parte inconfessabile di sé nel buio dell’alterità e del delirio, tanto più deve parlarne e farne l’eroe della narrazione autobiografica, una specie di Pinocchio del Settecento sempre in fuga e sempre affascinato dai Lucignoli incontrati via via. Non può cancellarlo con un tratto di penna, tanto fortemente sente quanto il suo «sistema» filosofico sia ambiguo e contraddittorio e contenga dentro di sé la possibile smentita a sé stesso. Questo libro racconta, in una forma narrativa ma rispettosa dei testi, il ro-manzo della lunga lotta contro quel fratello “nero” senza il quale il monello di Ginevra non sarebbe divenuto il filosofo Jean-Jacques Rousseau.

Autore

Bartolo Anglani, già professore ordinario di letterature comparate all’Università di Bari, ha insegnato letteratura italiana anche in alcune università francesi e americane. Si è occupato di letteratura e di cultura del Settecento italiano ed europeo, con libri e saggi su Goldoni, Alfieri, Baretti, Diderot, Rousseau e altri scrittori e pensatori dell’età dei Lumi. Ha scritto a lungo su Gramsci. Il suo ultimo libro è un lungo commento allo Straniero di Camus.

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