Sinossi

«Crediamo che il futuro vada in avanti e che il passato sia dietro di noi. Abbiamo l’idea che possiamo cambiare o definire il futuro con le nostre azioni nel presente e che il passato sia immutabile. Non ci chiediamo mai se certe azioni nel presente possano trasformare il passato».

Bogotà, anni '80. Josué è un sopravvissuto della Shoah, emigrato in Colombia con la moglie Leah per rifarsi una vita e crescere la loro nuova famiglia. Ormai anziano, viene rapito e Suo figlio Samuel decide di seguire direttamente le trattative con i sequestratori. Dove sia finito Josuè, l’eccezionale protagonista di questo coinvolgente romanzo, è un mistero che rimane fino alla fine come una ferita aperta.
Mentre Samuel e la cugina Ester riflettono sulle possibilità – difficili e ambigue – di salvarlo, percorrono le molte stanze della casa che costituiscono una vera e propria Wunderkammer creata da Josué con l’intenzione di dimostrare che l’umanità, malgrado tutte le violenze e le nefandezze della storia, ha lasciato un’importante eredità che merita di essere recuperata.

Azriel Bibliowicz dimostra in Briciole di pane che la guerra – dalla Shoah alla violenza colombiana – si trasmette di generazione in generazione ed è compito dei figli riscattare dalle ceneri il valore indiscutibile della vita dei genitori.

Autore

Azriel Bibliowicz (Bogotà 1949) è stato visiting professor e docente di Sociologia e Letteratura presso varie università negli Stati Uniti e in Europa. Editorialista per «El Espectador», nel 1981 ha ricevuto il Premio Nazionale di Giornalismo Simón Bolívar. Dal 1983 è legato all’Università Nazionale della Colombia, dove è stato insignito nel 2004 della Medaglia al Merito accademico. Tra le sue opere: El rumor del astracán (1991); Sobre la faz del abismo (2002); Flaubert: historia de una cama (2004).

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